Le vulviti in età adolescenziale


I fattori che possono più frequentemente determinare una vulvite non infettiva sono le abitudini igieniche, l’abbigliamento e l’attività sessuale.
L’impiego di saponi e/o bagnoschiuma, deodoranti, disinfettanti, detergenti per il bucato della biancheria intima possono essere responsabili di irritazioni di vulva, ed anche della vagina.
Indossare biancheria intima occlusiva o di fibra sintetica può favorire lo svilupparsi di alcuni agenti patogeni che prediligono un ambiente vaginale umido, responsabile dell’alterazione dell’ecosistema vaginale.

I sintomi della vulvite sono bruciore e prurito.
La leucorrea può essere presente e priva di odore.
All’ispezione, la vulva può presentarsi edematosa e arrossata, con escoriazioni e fissurazioni.

Le condizioni cliniche maggiormente osservate sono:

Vulvite da contatto

Si tratta di una reazione cutanea di ipersensibilità ritardata nei confronti di determinati allergeni.
Si riscontra la presenza di eritema, microvescicole e papule eritemato-pruriginose, che, nelle forme più gravi, si associano ad edema e a vescicole più evidenti.
Le lesioni cutanee possono persistere fino a 3 settimane.
Nel lungo periodo, la cute può subire processi di ipercheratosi ed acantosi.

Vulvite irritativa

Si presenta immediatamente dopo il contatto con la sostanza irritante e si manifesta con bruciore, eritema ed edema, di norma senza vescicole.
Le lesioni perdurano per minuti o ore, in funzione del tipo di sostanza e dalla durata dell’esposizione ad essa.
La terapia consiste nell’eliminare la sostanza responsabile dell’infiammazione ed i sintomi possono essere attenuati grazie all’impiego di antistaminici e di steroidi topici.
Qualora la lesione vulvare fosse soggetta ad infezione, è possibile applicare creme antibiotiche.
Gli steroidi sistemici vengono riservati al trattamento delle forme più gravi.

Vulvite da inclusione di smegma

Si tratta di un’affezione secondaria causata da una scarsa igiene locale e si presenta con accumuli di smegma, nelle pieghe del clitoride e nel solco tra le grandi labbra e le piccole labbra.
Ne consegue arrossamento ed edema vulvare.
La terapia consiste nella rimozione dello smegma e nell’impiego di soluzioni antisettiche per uso esterno.

Vulvite secondaria a scarsa aerazione perineale

La macerazione e l’infiammazione dei tessuti perineali sono caratteristiche di tale forma infiammatoria.
Le cause vanno attribuite all’obesità, alla presenza di adipe su cosce e glutei, all’uso di pantaloni molto stretti e a collant aderenti alla regione vulvoperineale, che impediscono l’aerazione del perineo.
La macerazione della cute favorisce le infezioni.
I sintomi avvertiti sono arrossamento vulvare, prurito, sensazione di fastidio, disuria.

Esistono altre forme di vulvite.

Vulvite adesiva

E’ un’affezione acquisita che si presenta, di norma, tra i 2 e i 6 anni di vita.
L’agglutinazione delle piccole labbra ( anteriore, centrale, posteriore o completa ) può essere secondaria a processi infiammatori.
L’adesione, spesso ma non necessariamente, si risolve con l’inizio della pubertà.
Qualora l’adesione dovesse persistere in età puberale, la causa va ricercata tra gli agenti irritanti, micotici, batterici o tra la scarsa igiene.
In questo caso l’intervento chirurgico consente la separazione delle sinechie.

Vulvite batterica

La forma primitiva è determinata da stafilococchi o da streptococchi, ma è poco frequente.
Più frequentemente una vulvite batterica è secondaria a lesioni epidermiche causate da alterazioni vulvari di altra natura.
Una terapia antibiotica può essere utile per allontanare la componente batterica, ma solo un intervento mirato sull’alterazione primitiva può evitare episodi di recidiva.

Ulcus vulvae acutum

E’ una patologia che si presenta raramente e si manifesta con stati febbrili ad esordio brusco, brividi, malessere generale, cefalea ed ulcere dolorose dei genitali esterni.
E’ ancora sconosciuta la sua eziopatologia, anche se l’ipotesi infettiva sembra essere la più accreditata.
Il quadro istologico ed i dati di laboratorio non sono specifici.
La diagnosi differenziale deve includere ulcere infettive veneree ( sifilide, ulcera molle ) e non ( HSV, HZV, Tbc ) ed ulcere non infettive ( S. di Bechet, S. di Reiter, fistole ano-vaginali, malattie mieloproliferative ).
La terapia è basata prevalentemente sull’impiego di antibiotici sistemici, disinfettanti topici, antinfiammatori topici ( Ibuprofene isobutanolammonio; Edenil ). ( Xagena_2005 )

De Sanctis V, Rivista Italiana di Medicina dell’Adolescenza 2005; 3: 25-31



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