Cancro alla mammella e gravidanza nelle giovani donne dopo la malattia oncologica
Gli studi atti a comprendere l'impatto del trattamento del tumore alla mammella sulla gravidanza e sui tassi di natalità sono piuttosto limitate.
Molte giovani donne a cui viene diagnosticato un tumore al seno sono interessate a una maternità futura. Tuttavia, molti trattamenti contro i tumori possono compromettere la fertilità e la capacità delle pazienti di portare a termine una gravidanza.
Sono stati presi in esame i dati dello studio prospettico Young Women's Breast Cancer Study. Le informazioni sulla gravidanza sono state raccolte mediante questionari tra le 1213 pazienti di età pari o inferiore a 40 anni che hanno ricevuto una diagnosi di tumore mammario di stadio da 0 a 3 tra il 2006 e il 2016. Sono state escluse dallo studio le pazienti con malattia metastatica o che avevano subito l'asportazione dell'utero o delle ovaie.
A un follow-up mediano di oltre 11 anni, tra tutte le partecipanti, 197 hanno riferito di aver cercato una gravidanza. In questo gruppo, quasi tre quarti ( 73% ) sono rimaste incinte almeno una volta e il 90% di queste ha riferito di aver avuto almeno una gravidanza portata a termine, con il parto di un neonato vivo. Secondo i dati, tra le 197 donne che hanno avuto una gravidanza, l'età mediana alla diagnosi di cancro alla mammella era di 32 anni, e 48 mesi era il tempo mediano trascorso tra la diagnosi e la prima gravidanza.
Tra le pazienti, più di un quarto delle donne ( 28% ) era stato sottoposto a misure per preservare la fertilità, tramite crioconservazione di embrioni e/o ovuli. Inoltre, il 15% presentava un'anamnesi di infertilità prima della diagnosi di tumore al seno. Per quanto riguarda la storia della malattia e del trattamento delle pazienti giunte al concepimento, il 76% aveva una malattia positiva per i recettori ormonali ( HR-positiva ), il 25% una malattia HER2-positiva e il 17% un tumore al seno triplo negativo.
Il 68% delle pazienti è stato sottoposto a chemioterapia, il 57% alla terapia endocrina e il 58% alla radioterapia. Inoltre, il 38% delle partecipanti ha subito una lumpectomia, il 22% una mastectomia unilaterale e il 41% una mastectomia bilaterale.
I dati hanno mostrato che i fattori associati a una maggiore probabilità di successo del concepimento hanno incluso: un’età inferiore al momento della diagnosi, condizioni economiche sufficientemente agiate, e l’adozione di misure di conservazione della fertilità.
Il fatto di essersi sottoposte a metodi di preservazione della fertilità al momento della diagnosi, prima di ricevere il trattamento oncologico, è risultato predittivo di portare a termine la gravidanza, dando alla luce un neonato vivo, gli altri fattori esaminati relativi al tumore e al trattamento non sono risultati associati a nessuno dei due risultati.
E' stato anche osservato che i fattori quali una storia di infertilità, precedenti nascite, caratteristiche del tumore mammario, tipo di trattamento ricevuto, presenza o meno dii mutazioni germinali dei geni di BRCA 1/2 e razza o etnia, non sono sembrate avere un impatto sulla possibilità di concepire o di partorire un neonato vivo. ( Xagena_2024 )
Fonte: ASCO ( American Society of Clinical Oncology ) Meeting 2024
XagenaMedicina_2024