Cancro della cervice uterina: Pembrolizumab associato a chemioterapia in prima linea migliora la sopravvivenza globale e la sopravvivenza libera da malattia


Nel cancro della cervice uterina persistente, ricorrente o metastatico l'aggiunta di Pembrolizumab ( Keytruda ), un immunoterapico ( inibitore del checkpoint immunitario ) alla chemioterapia standard o alla combinazione di chemioterapia e Bevacizumab migliora sia la sopravvivenza globale sia la progressione libera da malattia.
Queste le conclusioni dello studio di fase 3 KEYNOTE-826, presentato al Congresso dell'American Society of Clinical Oncology ( ASCO ).

Il carcinoma della cervice uterina, anche noto come tumore del collo dell'utero, rappresenta il quinto tumore per frequenza nelle donne sotto i 50 anni.
Solo in Italia sono circa 2400 le nuove diagnosi ogni anno.
Questo tumore rappresenta la seconda causa di morte per cancro nelle giovani donne tra i 15 e i 44 anni e storicamente presenta prognosi sfavorevole se diagnosticato in fase avanzata.
La maggior parte dei casi è dovuta a una infezione da virus HPV ( papillomavirus ).

Il trattamento per il tumore della cervice dipende dalle dimensioni e dallo stadio del tumore.
La chirurgia rappresenta la principale opzione di trattamento per il carcinoma della cervice in stadio precoce.
La malattia più avanzata può essere trattata con la chemioradioterapia, la chemioterapia, la radioterapia o le terapie a bersaglio molecolare.

Tra i diversi studi che stanno dimostrando l'utilità della immunoterapia nel carcinoma della cervice c'è KEYNOTE-826.
Lo studio clinico di fase III ha arruolato un totale di 617 pazienti con l'obiettivo di valutare la sopravvivenza globale ( OS ) e la progressione libera da malattia ( DFS ) ( ovvero, il tempo che intercorre tra il trattamento e la ripresa della malattia ).
A un gruppo di partecipanti è stata somministrata la terapia standard composta da chemioterapia e in alcuni casi Bevacizumab, all'altro la stessa terapia con l'aggiunta dell'immunoterapia con Pembrolizumab.
Il follow-up mediano è stato di 39 mesi.

E' stata osservata una sopravvivenza globale maggiore nel braccio Pembrolizumab rispetto al braccio standard sia nella popolazione generale sia nei diversi sottogruppi.
La sopravvivenza globale è stata pari a 26,4 mesi nel gruppo trattato con Pembrolizumab e di 16,8 mesi per chi ha ricevuto la terapia standard, con una riduzione del rischio di morte del 37%. ( Xagena_2023 )

Fonte: American Society of Clinical Oncology - ASCO Congresso, 2023

Xagena_Medicina_2023