Studio A-BRAVE: l'immunoterapia a base di Avelumab dopo la chemioterapia neoadiuvante nel tumore alla mammella triplo negativo
Dallo studio A-BRAVE è emerso che l'anticorpo monoclonale Avelumab ( Bavencio ) dopo l’intervento chirurgico ( setting adiuvante ) ha dimostrato di ridurre del 34% il rischio di morte nelle pazienti con carcinoma alla mammella triplo negativo precoce ad alto rischio di malattia metastatica.
La terapia ha diminuito del 30% lo sviluppo di metastasi a distanza ( polmone - fegato - cervello ).
Lo studio accademico, indipendente ed internazionale è stato coordinato dall’Università di Padova. E’ il primo ad aver preso in considerazione l’immunoterapia, dopo il ricorso alla chemioterapia neoadiuvante. Ha visto la partecipazione di 60 Centri oncologi italiani, più altre 6 strutture sanitarie inglesi. In totale sono state coinvolte 477 pazienti.
Il carcinoma mammario triplo negativo rappresenta il 15% del totale delle diagnosi e si registrano in Italia 8.300 nuovi casi l’anno.
Le donne reclutate presentavano un tumore precoce ad alto rischio e oltre l’80% di loro aveva un residuo di malattia dopo un primo trattamento di chemioterapia come neoadiuvante.
E' stato valutato l’utilizzo di Avelumab, un anticorpo anti-PD-L1, come terapia adiuvante, utilizzata cioè dopo l’intervento chirurgico. Le pazienti sono state divise in due gruppi omogenei e le prime hanno seguito per un anno la terapia con Avelumab, somministrata per via endovenosa ogni 15 giorni. Per le seconde sono stati condotti solo dei controlli periodici di follow up.
Sono stati ottenuti buoni risultati, in particolare la sopravvivenza globale a 3 anni è risultata maggiore del 8,5% nel gruppo delle donne trattate, rispetto a quelle del gruppo di controllo.
La terapia a base di Avelumab è poi risultata generalmente ben tollerata. Sono state, infatti, riscontrate poche tossicità e in oltre il 70% dei casi il trattamento è stato concluso senza alcun problema.
Dallo studio A-BRAVE è emerso che l’immunoterapia si conferma una nuova ed estremamente interessante prospettiva, anche per la gestione dei casi più gravi di carcinoma mammario. ( Xagena_2024 )
Fonte: Università di Padova, 2024
XagenaMedicina_2024